Nel mondo in continua evoluzione della tecnologia dei semiconduttori, una rivoluzione silenziosa è in atto — e porta il nome RISC-V. Con i giganti globali della tecnologia che rivolgono l’attenzione alle architetture open source, sorge una domanda: RISC-V può davvero competere con il dominio storico di x86 e ARM nel panorama dei processori?
RISC-V (Reduced Instruction Set Computer – Five) è un’architettura open source per set di istruzioni (ISA), sviluppata presso l’Università della California, Berkeley. A differenza delle ISA proprietarie come x86 (Intel/AMD) e ARM (Arm Holdings), RISC-V è completamente aperta e flessibile, consentendo ai progettisti di chip di creare processori personalizzati senza dover pagare licenze o sottostare a vincoli contrattuali.
La semplicità della struttura modulare di RISC-V la rende attraente per un’ampia gamma di dispositivi — dai microcontrollori IoT ai sistemi ad alte prestazioni nei data center. Il suo design da zero consente un basso consumo energetico e una scalabilità efficiente delle prestazioni, qualità fondamentali in un’epoca incentrata sull’efficienza energetica.
Entro il 2025, aziende leader del settore semiconduttori come SiFive, T-Head di Alibaba e persino attori occidentali come Qualcomm e Intel hanno annunciato o rilasciato prodotti basati su RISC-V. L’ecosistema è in rapida espansione, sostenuto da università, startup e iniziative governative, specialmente in Asia e in Europa.
Storicamente, il mercato dei microprocessori è stato dominato da due architetture: x86 nei PC e server, e ARM nei dispositivi mobili e embedded. Questi ecosistemi si sono sviluppati nel corso di decenni, con un ampio supporto software, ottimizzazioni proprietarie e diffusione industriale globale.
RISC-V, invece, offre un approccio completamente diverso: un quadro aperto, adattabile e collaborativo. Questo lo rende particolarmente interessante nei contesti geopolitici in cui l’indipendenza dai fornitori di IP statunitensi è vista come un vantaggio strategico.
Se x86 resta imbattibile nei desktop tradizionali e ARM mantiene la leadership negli smartphone, RISC-V cresce in ambiti adiacenti: dispositivi edge per l’IA, controllori automotive e acceleratori personalizzati. Questi mercati di nicchia rappresentano terreno fertile per la sua espansione.
Nonostante l’entusiasmo crescente, RISC-V deve affrontare ancora sfide importanti — soprattutto la maturità del suo ecosistema software. A differenza di x86 e ARM, che godono di decenni di ottimizzazione dei compilatori, supporto OS e sviluppo di driver, RISC-V è ancora in fase di consolidamento in queste aree cruciali.
Se Linux e FreeBSD supportano già RISC-V, i sistemi operativi consumer e le applicazioni mainstream restano in gran parte incompatibili. Gli strumenti per sviluppatori e gli SDK sono in crescita, ma rimangono indietro rispetto agli ambienti completi disponibili per ARM e x86, ostacolando la migrazione degli sviluppatori.
L’adozione commerciale è inoltre frenata dalla frammentazione dell’ecosistema: poiché chiunque può personalizzare l’ISA RISC-V, garantire la compatibilità tra processori diversi diventa complesso. Ciò richiede cooperazione tra attori industriali, ancora in fase embrionale.
Alcuni consorzi, come RISC-V International e la Linux Foundation, stanno lavorando attivamente per costruire uno stack software robusto. Investimenti in compilatori (LLVM, GCC), virtualizzazione e funzioni di sicurezza mirano a portare RISC-V al livello delle architetture consolidate.
Le comunità open source hanno un ruolo chiave. Progetti collaborativi stanno affinando kernel, driver e strumenti di sviluppo specifici per RISC-V. Iniziative come OpenHW Group offrono design di riferimento e suite di conformità per garantire la stabilità dell’ecosistema.
A febbraio 2025, si registra un progresso significativo nel supporto Android per RISC-V e nell’integrazione di librerie AI/ML compatibili. Sebbene ancora in via di sviluppo, questi risultati mostrano una crescente fiducia da parte di sviluppatori e produttori.
Da un punto di vista geopolitico ed economico, RISC-V risponde alla crescente richiesta di sovranità digitale. Paesi come Cina, India e Germania vedono in RISC-V un’opportunità per ridurre la dipendenza da tecnologie controllate da stranieri e stimolare i propri ecosistemi dei semiconduttori.
La Cina, in particolare, ha investito massicciamente nello sviluppo RISC-V, integrandolo in università, ricerca pubblica e prodotti commerciali. In Europa, iniziative come l’European Processor Initiative (EPI) promuovono soluzioni HPC basate su RISC-V.
Le aziende tech americane, seppur più caute per via degli investimenti esistenti in x86 e ARM, iniziano a diversificare. I servizi foundry di Intel offrono ora IP RISC-V, mentre NVIDIA e Google contribuiscono all’ecosistema tramite strumenti e ricerca.
In un panorama tecnologico sempre più multipolare, le architetture aperte come RISC-V offrono flessibilità, efficienza economica e neutralità politica. Questi vantaggi stanno diventando fondamentali nella corsa globale alla leadership nei semiconduttori.
Per i mercati emergenti, RISC-V rappresenta un’opportunità per accedere alla progettazione di chip senza i costi e i vincoli legali imposti dalle ISA proprietarie. Non è solo un cambiamento tecnologico, ma anche filosofico — un invito all’innovazione aperta anziché all’esclusività.
Entro il 2025, RISC-V non ha ancora sostituito x86 o ARM in tutti i settori, ma si è già ritagliato un ruolo essenziale e in espansione. Il suo futuro dipende dalla collaborazione, dalla standardizzazione e da implementazioni concrete che ne dimostrino il valore oltre gli ambienti accademici e sperimentali.